Sacha Naspini. La voce di Robert Wright

Naspini, lo sappiamo, non si sottrae agli argomenti caldi della nostra epoca e dopo aver anatomizzato in alcuni libri memorabili il concetto, (la percezione, la declinazione...) di libertà scrive su un'altra parola di quelle che tormentano la nostra vita: immagine. Perché siamo talmente subissati dalle immagini che ci è diventato complicato affermare la nostra, discernendola nell'intrico della babele vorticosa del nostro tempo, per proporla a noi stessi e agli altri.
Carlo Serafini, il protagonista del romanzo, è riuscito, inciampando spesso, a consolidare la sua immagine che viene spazzata via da un momento all'altro. Così deve ricominciare tutto da capo, e dato che la sua immagine è una "voce", deve tacere e ascoltarsi.
Già in Nives era affiorato questo recente nodo della
riflessione di Naspini, che qui viene investigato in maniera risolutiva, ma la
straordinaria peculiarità della Voce è una nuova ironia, una leggerezza dell'invenzione
narrativa che rende ancor più accattivante la lettura. È una prosa scritta in
stato di grazia, fortunatamente orfana di scuole di scrittura e mirabilmente scevra di artifizi narrativi. Come sanno scrivere solo i veri scrittori.
Sacha Naspini, La voce di Robert Wright, edizioni e/o, Roma 2021