Per Valter

24.07.2020

Ti scrivo perché sono pavida, perché non ho mai saputo rapportarmi con semplicità a chi, come te, sta misurando il cammino che può ancora fare. Volevo trovare parole sincere senza usare belle frasi, parole che potessero farti sentire una vicinanza che non so esprimere altrimenti, e che diventa, nelle telefonate, un labirinto dove preferisco perdermi pur di non affrontare a viso aperto l'ingiustizia di questo tuo attuale stare in bilico sul nulla, eppure ancora così presente a noi e alla vita che ti rimane.

E invece mi pare che anche scrivendo non riesco a dar parole a un dolore che mi si accartoccia dentro soffocando i gesti che, forse, potrei fare. Ma sappi che sto imparando cose da te: il tuo vivere fino all'estremo il tempo che ti rimane, il tuo dar valore a ogni istante proseguendo gli impegni che hai sottoscritto e investendoli di nuovo rilievo, la tua battaglia estrema, leale e disperata per non soccombere mi stanno inscrivendo nell'anima un percorso che spero, un giorno, di saper imitare.

Grazie di essere stato nella mia vita, di avermi regalato un'amicizia e insegnato un impegno che non potrò mai scordare. Ti abbraccio forte

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