Il rimorso

Tutti i loro amici lo dicevano: loro, loro due, Elisa e Cristiano, erano la coppia perfetta. E per questo tutti li invidiavano un po': per come era iniziata la loro storia, per come andava avanti, per quell'aura di felice complicità che irradiavano così, senza sforzo, come se essersi trovati e stare insieme fosse la cosa più giusta, bella, naturale e facile del mondo. Ma ci riuscivano solo loro.

Si erano conosciuti a Trieste, in libreria, lui triestino lei torinese; si erano sfiorati la mano cercando di afferrare nello stesso momento l'unica copia esposta del catalogo della mostra che la GAM di Torino aveva da poco consacrato a Carol Rama; si erano sorrisi riconoscendosi complici nell'infatuazione per quell'artista così fuori dai canoni, e già questo aveva il sapore di una qualche predestinazione: Scusi... Prego... Prenda pure... No, no... glielo cedo volentieri, io l'ho a casa ma mi aveva incuriosito vederlo qui, non la conosce nessuno fuori da Torino... A me piace molto... la trovo così semplicemente complessa e... Le piace Carol Rama! aveva esclamato lei incredula, A un uomo! non posso crederci... Cristiano si era messo a ridere: Se la cosa le sembra così strampalata, bisogna festeggiare... posso offrirle un aperitivo? Bam! non si erano più lasciati. Cristiano a Torino ci lavorava con un contratto a progetto, e quindi era stato scontato per lui trasferirsi a casa di Elisa abbandonando il residence in cui ancora soggiornava; e anche nella convivenza pareva che nulla potesse scalfire la loro esistenza sodale: sembrava incredibile, ma non c'era cosa che piacesse all'uno che fosse indigesta all'altro; perfino i gatti di Elisa, normalmente ostili alle incursioni dei suoi occasionali compagni, avevano accettato Cristiano come un avvenimento ovvio, quasi atteso, e gli facevano le fusa senza risparmiarsi. Quando veniva chiesto loro il "segreto" della loro unione, ...

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Questo racconto è pubblicato in Luz Bisetti, A ciascuno la sua solitudine, bookabook, Milano 2019. Cercatelo in libreria!