Aux truffes
«Vedi? Quello che sta entrando è l'avvocato Tibaldi. Viene a pranzo ogni giorno, meno il sabato e la domenica naturalmente. È un cliente da tenere da conto: paga a forfait, un tanto alla settimana qualunque cosa prenda, e anche se non viene, paga lo stesso!». A parlare così era Leone, detto Leò per via di certi suoi trascorsi marsigliesi di cui andava fiero; a Marsiglia aveva trovato Jasmine, poi diventata sua moglie, ma anche un po' di guai, e perciò si era trovato costretto a tornare in Italia dove aveva aperto la trattoria 'Aux truffes' con lui in sala e lei ai fornelli. Ad ascoltarlo era Fulvia, cameriera in prova al suo primo giorno di lavoro. «È una persona molto riservata; dicono che ha un figlio, ma io non l'ho mai visto», continuava Leò, «ha studio qui vicino in via... non mi ricordo, ma qui dietro, comunque. Vieni, ti presento io. Gli devi dire solo i piatti del giorno, senza portargli il menù, che tanto lo conosce a memoria». «Buongiorno avvocato, le presento Fulvia che da oggi mi dà una mano in sala». «Buongiorno Fulvia, molto lieto...». L'avvocato le aveva stretto la mano senza convinzione, per terminare i convenevoli di rito, ma gli era parso di sentire un leggero tremore in quella di Fulvia, un po' umida di sudore per la tensione; e allora le aveva chiesto, sorridendo appena per incoraggiarla: «Cosa c'è oggi di speciale?». Fulvia si era subito impegnata: «Sì, certo! come piatti del giorno di primo abbiamo zuppa di cipolle e passatelli con fonduta e per secondo...». Aveva sciorinato la lista senza esitazioni: «Brava, te la sei cavata bene! Ti sei ricordata tutto! Sono sicuro che lavoreremo bene insieme!». Leò si complimentava con lei tornando al bancone. "Speriamo", pensava Fulvia avviandosi verso la cucina per passare l'ordine.
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Questo racconto è pubblicato in Luz Bisetti, Fuori amore e altri racconti, Readaction editrice, Roma 2023. Cercatelo in libreria!