Alla deriva
"Quando è cominciato questo lento deragliare della mia vita?". Seduta nella terrazza di casa sua a gustare l'ultimo sole d'autunno sorseggiando una tisana, Angela cercava di concentrarsi su di sé, sul malessere che la attanagliava da ormai troppo tempo; perché aveva deciso che voleva uscirne, e per uscirne era necessario capire i motivi, le pulsioni che stavano agendo e che lei non era in grado di controllare. Riprese il ragionamento: "No, deragliare non è il termine giusto. È come se il treno della mia esistenza si fosse incamminato su un binario sbagliato trascinandomi verso frontiere inospitali". Sì, così ci si ritrovava di più. Come era potuto succedere? E soprattutto: quando era successo? La metafora del treno le pareva calzante; si sentiva come se avesse trascorso l'ultimo periodo della sua vita a guardare dal finestrino un paesaggio che, pur noto, mutava nei colori, nelle luci, nei contorni. "Sto diventando vecchia!",si era giustificata dapprima con un sorriso, "È fatale che il mondo mi sembri meno accogliente di quando potevo spadroneggiare con la sicurezza della gioventù!".Sul momento il ragionamento l'aveva acquietata. Poi, l'arrivo della pandemia: costrizioni, obblighi, divieti… Che fosse cominciata lì la deriva? "No, no, era già iniziata prima, durante la pandemia me ne sono accorta, ma il processo era già avviato. Forse è stata la separazione da Sergio e Fausto, lo scardinamento del nostro equilibrio familiare che ho difeso con tanta ostinazione, fallendo peraltro". Sergio era il suo ex-marito; Fausto il loro figlio e la sua unica vera ragione di vita.
Ma non si ritrovava nemmeno in quell'ipotesi. Certo era stato un filotto mica da poco: prima Fausto aveva annunciato loro che sarebbe andato a vivere col suo compagno, e subito dopo era arrivato il discorsetto di Sergio: "Fausto andrà via… è giusto così, ormai è grande e sicuro di sé, noi non gli serviamo più!" aveva detto sorridendo "per quanto riguarda noi, non vorrei prolungare un rapporto coniugale che da tanto tempo è solo un'amicizia, importantissima e che voglio mantenere! sia ben chiaro… ma rivoglio la mia libertà". «Quando pensi di andartene? Prima o dopo Fausto?» aveva chiesto lei duramente. «Il prima possibile; ti lascio la casa e ti passerò un po' di mantenimento» proseguiva lui velocemente, cercando di terminare il dialogo prima che diventasse spinoso «spero che saremo così civili da trovare un accordo senza sperperare soldi in avvocati!». «Così rivuoi la tua libertà!», aveva esclamato lei ironicamente «non mi sembra di avertela mai negata; e in quanto al contratto, diciamo così, credo anch'io che ce la faremo senza avvocati.
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Questo racconto è pubblicato in Luz Bisetti, Fuori amore e altri racconti, Readaction editrice, Roma 2023. Cercatelo in libreria!